Balo
is back. Anzi, forse basta usare il meno accattivante italiano, visto
che questa operazione nostalgia sembra tutt'altro che pirotecnica.
Mario è tornato. Chapeau a Galliani, che è riuscito a piazzare
l'attaccante un anno fa, guadagnando 20 milioni, per poi riaverlo
gratis. Ma l'ennesima nuova avventura di Mario non è ancora iniziata
che tutti quanti (giornalisti, opinionisti, tifosi e semplici
appassionati) stiamo commettendo lo stesso errore del passato.
Parliamo
troppo di lui. Lo tiriamo in causa per il minimo colpo di tosse che
rilascia ai microfoni dei giornalisti o per qualsiasi scatto
pubblicato su Instagram, peraltro seguito da una didascalia random
senza molto senso. L'ultima notiziona sul suo conto è diventata
dominio pubblico pochi minuti dopo la firma del nuovo contratto: un
elenco di dieci comandamenti che il calciatore ha promesso di seguire
per tornare con i piedi per terra. L'elenco è stato riproposto su
tutte le testate giornalistiche sportive, che non hanno perso
l'occasione per dibattere ancora una volta sulla scarsa affidabilità
del giocatore, sui suoi trascorsi burrascosi, e su cosa riuscirà a
combinare al servizio del nuovo allenatore di turno. Segue a ruota
post su Facebook dell'attaccante che si congeda dalla sua ex-squadra,
inutilmente trito e ritrito dai giornalisti (?) che si domandano come
mai abbia dato l'addio al Liverpool, seppur se ne sia andato con la
formula del prestito secco. Come se non fosse chiaro che tra un anno
la priorità del Liverpool sarà la stessa dell'ultimo mercato:
liberarsi di lui.
Nihil
novi sub sole, in definitiva: quando c'è di mezzo Balotelli, tutti
peccano di scarsa originalità. A costo di scrivere cose scontate o
davvero poco interessanti, si deve parlare di lui.
Ora,
se desideriamo che Mario Balotelli torni normale ai nostri occhi, lo
si deve trattare come un attaccante qualunque. Perchè Balotelli, un
attaccante normale, lo è già. Basta solo convincersene. Nella
scorsa stagione ha collezionato 28 presenze per un totale di 1503
minuti (circa 53 a partita) e ha segnato solo 4 gol. La statistica
più alta riguarda i cartellini gialli (7). È fuori dal giro della
nazionale da ormai un anno. Perchè dedicare così tanta attenzione
ad un giocatore dal rendimento così mediocre?
Semplice:
quando fa il misterioso, lo spaccone, il provocatore, quando insomma
il giocatore Mario Balotelli veste i panni dell'icona SuperMario,
tutti cadono nella tentazione di prendere troppo sul serio il suo
gioco. La testa di Mario non la potrà cambiare mai nessuno, e per
questo non si potrà mai spegnere il suo egocentrismo e la sua
istintività. Ma si può cambiare il modo di accogliere i suoi
atteggiamenti. Un pizzico di indifferenza in più può bastare. Che
parli il campo quindi, sperando che Balotelli torni ad essere un vero
attaccante.
Francesco Grasso
Francesco Grasso