Cari Italiani,
sono Babbo Natale. So che una lettera da Babbo Natale non é proprio la prima cosa che ci si possa aspettare il giorno di Natale. Del resto, il mio compito é solo quello di soddisfare i vostri desideri, non sono certo tenuto a rispondere a tutte le vostre missive. Ma quest'anno ho ricevuto richieste balorde che non ho potuto soddisfare. E sono stati esponenti illustri del vostro calcio ad indirizzarmele. Premetto che seguo i vostri campionati, sono un gran tifoso della Bari avendo un legame speciale con la città (il mio nome originale, Nicola, e il mio vestito biancorosso sono due indizi che fanno una prova). E da appassionato quale sono, ho a cuore il vostro pallone. Proprio perché ci tengo davvero, ho sentito il bisogno di dover rivolgere due parole a coloro che mi hanno scritto.
Cari Garcia ed Allegri, mi avete chiesto entrambi lo scudetto. In questi casi, tra i due litiganti sarebbe il terzo a godere. Ma di terzi, a quanto pare, non ce ne sono. Salomonicamente, lascio a voi due il compito di mettervi d'accordo.
Caro Antonio Conte, mi dispiace ma non posso esserti d'aiuto. I miei elfi hanno trattato ad oltranza con la Lega Calcio, ma non sono riusciti ad ottenere i tanto ambiti stage per la tua Nazionale. Mi duole dirtelo, ma se non li hanno concessi a Babbo Natale, sei senza speranza.
Cara Lega Calcio, per voi invece il NO é categorico: una museruola per Conte non ve la posso dare, verrei denunciato per associazione a delinquere.
Caro Mario Balotelli, anche per te non c'è molto da fare. Posso portarti delle scarpe progettate con l'ausilio delle tecnologie più avanzate o, se preferisci, posso fornirti una scorta annuale di gel per la tua cresta. Ma i goal, mio caro, non posso regalarteli io. Per quelli, devi riuscire a sfruttare tutto quel talento che qualcuno mooolto piú importante di me ha già provveduto a donarti.
Cari presidenti di serie A, i vostri desideri, ad essere sincero, mi fanno sorridere. Le vostre politiche sfacciatamente devote al guadagno hanno allontanato famiglie ed appassionati dai vostri impianti, e voi per Natale mi chiedete stadi più pieni? Se organizzate una Supercoppa a migliaia di chilometri lontano dall'Italia, forse degli stadi pieni non ve ne frega poi così tanto. Più che un regalo, vi porto un consiglio: siate meno ipocriti.
Per chiudere, una nota positiva. Cari tifosi, state tranquilli. Ho raccolto meticolosamente tutte le vostre richieste per questo calciomercato di Gennaio. Ho attivato il mio gruppo di procuratori che aiuteranno le società durante le trattative. E risultati non tarderanno ad arrivare. Se Torres se n'è andato, é solo grazie a me. Sono stati i Milanisti a chiedermi in migliaia di portarlo via, e non potevo rimanere insensibile.
Non mi resta che augurare una stagione ricca di soddisfazioni a tutti gli appassionati dello stivale.
Buone feste (e forza Bari),
Il vostro Babbo Natale
venerdì 26 dicembre 2014
mercoledì 24 dicembre 2014
RIMPIANGEREMO MAI IL CALCIO SPEZZATINO?
Michele da un'occhiata al calendario. Mercoledì. Ripassa a mente il programma per questa giornata di campionato. Lunedì c'era il Milan, ieri il Napoli a Bergamo, oggi Chievo-Toro e Palermo-Bari. Nulla di entusiasmante per lui, tifosissimo del Sassuolo. I suoi ragazzi giocano domani alle 7 (e dovrá staccare dall'ufficio prima del solito). Domani sera alle 9 c'è il Parma. Venerdì l'Inter fa visita al neopromosso Frosinone. Sabato, sempre di sera, Fiorentina-Lazio. Domenica, infine, un tristissimo lunch match (Hellas-Bologna a porte chiuse) e l'attesissimo scontro diretto delle 15: Roma e Juventus si contendono il primato, e Michele sa già che lo spettacolo é assicurato. Sempre la stessa storia da quindici anni a questa parte, solo Roma e Juve. Quando Michele andava ancora al liceo, e il suo Sassuolo era appena salito in serie A per la prima volta nella sua storia, giallorossi e bianconeri si contendevano il tricolore in quello che era un duello inedito. Quella stagione 2013/14 sembra lontana ere geologiche.
Michele é un sentimentalista, e ancora conserva vivido il ricordo di cosa fosse il campionato in quegli anni. La serie A era ancora in formato spezzatino: partite concentrate in tre, massimo quattro giorni. C'era ancora la strana abitudine di far giocare più partite contemporaneamente. Un'idea così stupida, a pensarci oggi. Perché giocare più partite nello stesso giorno, e per di più alla stessa ora? E soprattutto, perché solo nel fine settimana? Perché costringere i tifosi a perdersi altre partite, quando hai sette giorni a disposizione per giocarle tutte? Fu così che, nell'anno in cui Michele si laureava, la Lega Calcio ebbe l'intuizione. Dallo spezzatino si é passati alle noccioline: una, massimo due partite al giorno, per tutta la settimana. Con un sofisticato sistema di orari e giorni di pausa, ogni squadra può riposarsi sufficientemente. Nelle settimane delle coppe europee, si osservano dei giorni di pausa in più, giusto per consentire alle squadre impegnate in Champions e in Europa League di rifiatare. E così non passa giorno che in TV non ci sia una sfida di serie A. Non passa giorno che non ci sia pallone nel piccolo schermo.
A Michele tutto questo piace. Lui, appassionato di calcio sin da bambino, non aspettava altro. Certe volte, quasi per scherzo, prova a cercare qualcos altro da seguire in TV, ma si imbatte in scialbi talk politici e film strappalacrime. Nulla che possa attirare la sua attenzione più di un match della A. E anche questa sera, Michele vedrà del pallone. Seduto sul divano, per un attimo, lo assale un dubbio. A volte teme di essere ossessionato dalla paura di perdersi un goal, una punizione o una giocata da replay. Teme di aver sviluppato una dipendenza da calcio. Ma poi smette di farsi stupide domande e accende il decoder, che un'altra partita sta per cominciare.
Michele é un sentimentalista, e ancora conserva vivido il ricordo di cosa fosse il campionato in quegli anni. La serie A era ancora in formato spezzatino: partite concentrate in tre, massimo quattro giorni. C'era ancora la strana abitudine di far giocare più partite contemporaneamente. Un'idea così stupida, a pensarci oggi. Perché giocare più partite nello stesso giorno, e per di più alla stessa ora? E soprattutto, perché solo nel fine settimana? Perché costringere i tifosi a perdersi altre partite, quando hai sette giorni a disposizione per giocarle tutte? Fu così che, nell'anno in cui Michele si laureava, la Lega Calcio ebbe l'intuizione. Dallo spezzatino si é passati alle noccioline: una, massimo due partite al giorno, per tutta la settimana. Con un sofisticato sistema di orari e giorni di pausa, ogni squadra può riposarsi sufficientemente. Nelle settimane delle coppe europee, si osservano dei giorni di pausa in più, giusto per consentire alle squadre impegnate in Champions e in Europa League di rifiatare. E così non passa giorno che in TV non ci sia una sfida di serie A. Non passa giorno che non ci sia pallone nel piccolo schermo.
A Michele tutto questo piace. Lui, appassionato di calcio sin da bambino, non aspettava altro. Certe volte, quasi per scherzo, prova a cercare qualcos altro da seguire in TV, ma si imbatte in scialbi talk politici e film strappalacrime. Nulla che possa attirare la sua attenzione più di un match della A. E anche questa sera, Michele vedrà del pallone. Seduto sul divano, per un attimo, lo assale un dubbio. A volte teme di essere ossessionato dalla paura di perdersi un goal, una punizione o una giocata da replay. Teme di aver sviluppato una dipendenza da calcio. Ma poi smette di farsi stupide domande e accende il decoder, che un'altra partita sta per cominciare.
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