mercoledì 24 dicembre 2014

RIMPIANGEREMO MAI IL CALCIO SPEZZATINO?

Michele da un'occhiata al calendario. Mercoledì. Ripassa a mente il programma per questa giornata di campionato. Lunedì c'era il Milan, ieri il Napoli a Bergamo, oggi Chievo-Toro e Palermo-Bari. Nulla di entusiasmante per lui, tifosissimo del Sassuolo. I suoi ragazzi giocano domani alle 7 (e dovrá staccare dall'ufficio prima del solito). Domani sera alle 9 c'è il Parma. Venerdì l'Inter fa visita al neopromosso Frosinone. Sabato, sempre di sera, Fiorentina-Lazio. Domenica, infine, un tristissimo lunch match (Hellas-Bologna a porte chiuse) e l'attesissimo scontro diretto delle 15: Roma e Juventus si contendono il primato, e Michele sa già che lo spettacolo é assicurato. Sempre la stessa storia da quindici anni a questa parte, solo Roma e Juve. Quando Michele andava ancora al liceo, e il suo Sassuolo era appena salito in serie A per la prima volta nella sua storia, giallorossi e bianconeri si contendevano il tricolore in quello che era un duello inedito. Quella stagione 2013/14 sembra lontana ere geologiche.


Michele é un sentimentalista, e ancora conserva vivido il ricordo di cosa fosse il campionato in quegli anni. La serie A era ancora in formato spezzatino: partite concentrate in tre, massimo quattro giorni. C'era ancora la strana abitudine di far giocare più partite contemporaneamente. Un'idea così stupida, a pensarci oggi. Perché giocare più partite nello stesso giorno, e per di più alla stessa ora? E soprattutto, perché solo nel fine settimana? Perché costringere i tifosi a perdersi altre partite, quando hai sette giorni a disposizione per giocarle tutte? Fu così che, nell'anno in cui Michele si laureava, la Lega Calcio ebbe l'intuizione. Dallo spezzatino si é passati alle noccioline: una, massimo due partite al giorno, per tutta la settimana. Con un sofisticato sistema di orari e giorni di pausa, ogni squadra può riposarsi sufficientemente. Nelle settimane delle coppe europee, si osservano dei giorni di pausa in più, giusto per consentire alle squadre impegnate in Champions e in Europa League di rifiatare. E così non passa giorno che in TV non ci sia una sfida di serie A. Non passa giorno che non ci sia pallone nel piccolo schermo.


A Michele tutto questo piace. Lui, appassionato di calcio sin da bambino, non aspettava altro. Certe volte, quasi per scherzo, prova a cercare qualcos altro da seguire in TV, ma si imbatte in scialbi talk politici e film strappalacrime. Nulla che possa attirare la sua attenzione più di un match della A. E anche questa sera, Michele vedrà del pallone. Seduto sul divano, per un attimo, lo assale un dubbio. A volte teme di essere ossessionato dalla paura di perdersi un goal, una punizione o una giocata da replay. Teme di aver sviluppato una dipendenza da calcio. Ma poi smette di farsi stupide domande e accende il decoder, che un'altra partita sta per cominciare.

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