domenica 26 aprile 2015

AMORE CRIMINALE

(per motivi di privacy, il resoconto che segue non intende rivelare i nomi delle protagoniste)

A.S. è una grande sportiva. È di Varese. Non è molto giovane, ma le piace mettersi ancora in discussione. La sua vita, da dieci anni a questa parte, è stata un crescendo di soddisfazioni, sia in ambito lavorativo che in ambito sentimentale. Tanti sforzi ripagati da tante promozioni una dietro l'altra, guadagnate sul campo, con enormi sacrifici. Il suo compagno si è invaghito di lei proprio sul posto di lavoro. Non c'è mai stato bisogno di una vera dichiarazione d'amore tra i due. Si sono amati sin da subito, e una volta incontratisi non si sono lasciati mai più. Anche quando per lei si prospettavano dure trasferte di lavoro, lui era sempre al suo fianco. Ma quando le soddisfazioni degli anni passati insieme hanno cominciato a far posto a delusioni inaspettate, la relazione tra A.S. e il proprio partner si è irrimediabilmente incrinata. Dal settembre scorso, per lei incombe all'orizzonte il rischio di perdere il posto in ufficio. Del resto, è un lavoro terribilmente competitivo, il suo, dove non sempre chi dà il massimo riesce a farsi spazio. A.S. ne ha visti di colleghi, che hanno speso anni ed anni in uffici di provincia, senza mai riuscire a dare una svolta alla propria carriera. Senza mai riuscire a trovare un posto tra i veri “professionisti” del mestiere. E sono tante le donne passate per quelle scrivanie che, una volta licenziate, mai più sono riuscite a riconfermarsi agli stessi livelli. Il suo compagno, sulle prime, la assiste fedele. Poi, improvvisamente, la sua pazienza finisce, e il rapporto precipita. Lui diventa sempre più critico, sempre meno comprensivo. Come se i problemi a lavoro non bastassero, ecco che A.S. comincia ad avere anche carenza di soldi: tanti oneri sulle spalle, un lavoro sempre più avaro di soddisfazioni e un compagno che non la rispetta più. A.S. è in grosse difficoltà. Un ricco impresario, che ha a cuore la nostra protagonista, comincia ad avvicinarsi a lei. Vuole aiutarla. Le offre soldi, protezione, le promette tanto. Per A.S. è ormai l'ultima ancora di salvezza, e decide di affidarsi a quest'uomo dai contorni tuttavia poco chiari. Ma quando il compagno della donna viene a conoscenza di ciò, va su tutte le furie. E passa alle maniere forti. L'episodio risale allo scorso fine settimana. A.S. ha l'ennesimo faticoso turno di lavoro il sabato pomeriggio. Ma quel giorno a lavoro non ci andrà. La notte precedente, il suo compagno riesce ad entrare nel suo ufficio incustodito. E scatena l'inferno. Cosparge i muri e il pavimento di scritte inguriose. Ha con sé un piccone, e lo usa per colpire tutto ciò che ha a tiro. Arriva a distruggere una porta. L'indomani, A.S. è scioccata, così come tutti i suoi colleghi. E così come tutti coloro che amano il suo lavoro.
Colui che professava amore incondizionato per questa donna, è giunto ad umiliarla in un modo vergognoso. Fin troppo spesso, un meccanismo oscuro si innesca nella mente di chi ha ormai perso di vista il concetto autentico di amore e di fede. Chi arriva a tanto, non nutre più alcuna passione. Spinto da un irrefrenabile delirio di onnipotenza, crede che tutto gli sia dovuto, e ogni errore della propria amata è imperdonabile.


A.S. si aggiunge così alla lunga lista delle vittime dell' amore criminale. Lista che, purtroppo, è in costante aggiornamento. Nello stesso week-end, a Cagliari, un'altra donna (C.) ha denunciato un'aggressione verbale e fisica compiuta dal suo compagno. Sabato sera, C. era a casa sua, quando il suo partner, giunto ormai ai ferri corti con lei, le ha chiesto un confronto diretto. Un faccia a faccia. Scesa giù, la ragazza è stata oggetto di insulti, minacce e persino spinte. Come dimenticare i casi più clamorosi degli ultimi anni: C.F.C. , la ragazza di Genova che tre anni fa fu costretta a spogliarsi della maglia in pubblico, ancora una volta sotto minacce, assecondando il desiderio del proprio partner di umiliarla; A.S.G. , la giovane della provincia di Salerno che fu costretta a simulare un malore, per essere sospesa dal posto di lavoro. Una volta ricoverata, si scoprì che la ragazza era stata oggetto di pesanti pressioni da parte del proprio compagno affinché compisse questo gesto umiliante.

Alle donne vittime di queste violenze, ricordiamo: quando questa gentaglia qua arriva a tanto, significa una sola cosa. Non è amore.


 

P.S. Con le dovute proporzioni (lungi da me paragonare le terribili sofferenze di una donna vittima di un compagno violento alle stupide logiche di un gioco troppo preso sul serio), ma sono davvero tanto diversi tra loro un tifoso violento e un fidanzato violento?

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