E quindi il Mondiale è iniziato, tra le proteste del
popolo Brasiliano (che vanno molto più al di là del calcio) e della Croazia,
derubata nella partita inaugurale. Se la vittoria dei Verdeoro é viziata
dall'arbitraggio a senso unico, quella dell'Olanda é stata un indiscusso
trionfo, che compromette seriamente il cammino della Spagna campione del Mondo
in carica. Grandi emozioni in ogni caso, che solo un Mondiale sa regalare.
Brasile e Croazia hanno quindi aperto le danze, dando
vita ad una partita inaspettatamente aperta. La Croazia ha attaccato di
rimessa, difendendo con ordine e sfruttando le ripartenze dei suoi Olic e
Jelavic. Ed era ad un passo dallo sgambetto epocale. Il volto di Marcelo, stravolto
dall'ansia subito dopo aver segnato il più classico degli autogoal, descriveva
alla perfezione lo stato d'animo di ogni Brasiliano, preso dall'angoscia di
vivere una sorta di nuovo Maracanaço. Dopo il pareggio di Neymar la trama della
partita non é cambiata, e al netto delle opportunità forse la Croazia
attendista avrebbe meritato di più del Brasile sprecone. Il deus ex machina
Nishimura ha trovato il modo per cambiare le carte in tavola, concedendo un
rigore piuttosto generoso. Oscar ha poi messo il sigillo ad una vittoria che
non può far stare sereno Scolari. Nello stesso girone, il Messico ha portato a
casa i tre punti contro il Camerun. Nettamente superiore l'undici sudamericano,
che ha mostrato una mgliore tenuta del campo.
Nel girone B, La sindrome da pancia piena colpisce
ancora. Nelle ultime quattro edizioni della Coppa, questa compresa, per tre
volte la squadra campione in carica non ha vinto all' esordio. Ma c'é modo e
modo. La Francia, nel 2002, fu sconfitta dalla sorpresa Senegal; in Sudafrica,
l'Italia pareggiò mestamente contro il Paraguay; la Spagna, ieri, é
letteralmente crollata sotto i colpi di un'Olanda assetata di vendetta. Era
anche passata in vantaggio, grazie ad un rigore di Xabi Alonso guadagnato dal
fischiatissimo Diego Costa (reo di aver tradito il suo Brasile). Ma il
pregevole pareggio di Van Persie era solo il preludio di un capolavoro a tinte
arancio. Ciò che é mancato alle Furie Rosse é stata la mentalità, e l'errore
lezioso di Casillas ne é la dimostrazione palese. Supponenza? Presunzione?
Niente di tutto questo. Semplicemente, mancanza di stimoli. La sensazione é che
Del Bosque, come Lippi quattro anni fa, abbia scelto i titolari più basandosi
sulla riconoscenza che non sull'effettiva carica emotiva. Gente come Koke, Juanfran, Santi Cazorla e
Javi Martinez forse meriterebbe più di una chance. Il Cile venderà cara la pelle nel prossimo
match che si trasforma in un vero e proprio dentro o fuori per la Spagna. Gli
stessi Sudamericani, nel loro esordio contro l'Australia, hanno dato
dimostrazioni di una forma fisica smagliante e di grande qualità in mezzo al
campo.
La domanda sorge spontanea: ma se la Spagna stecca così,
allora chi è la vera favorita di questo Mondiale? È presto per dirlo, certo,
ma, spodestata la Spagna dal ruolo di favorita, sembra davvero che nessuna
delle Nazionali che si giocano la vittoria possa considerarsi nettamente
superiore alle altre. Ancora tante squadre devono esordire in questa Coppa del
Mondo, e saranno il tempo ed il campo a fornirci indizi più precisi.
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